Silvia V.
Ho incominciato la mia terapia con Evi sul finir di Maggio. Cosa dire? Inizialmente è stato uno stravolgimento interiore, forse dovuto al fatto che guardarsi dentro più a fondo comporta una fatica e dolore. – Poi lentamente qualcosa è affiorato: una diversa visione di me stessa, forse anche un riconoscimento di me stessa, del mio modo di sentirmi e di stare nel mondo ( e anche di non stare nel mondo). – In un certo senso è come un disfarsi e ritrovarsi o trovarmi per la prima volta.
Risultato: alcune paure sono scomparse quasi del tutto, alcune profonde tensioni non solo del corpo ma pure della mente riesco a scioglierle grazie alla meditazione, dove entro in contatto con un respiro di me più ampio, dove ho consapevolezza del respiro in generale, perché nel quotidiano per me “respirare” è un automatismo. Il mio approccio al dolore fisico è meno teso, meno serrato e questo è un aspetto importante, perché mi evita certe angosce e un senso generale di oppressione. – Altra cosa significativa: riesco a riconoscere un pericolo, ad evitarlo, prenderne distanza; forse è un modo nuovo per me di volermi bene, di percepire anche alcune parti di me non necessariamente come sbagliate, di sentire anche alcune potenzialità che credevo estranee. In sostanza la terapia è per me una scoperta, un succedersi di “prime volte”.